lunedì 31 luglio 2017

Coltivazione del Sambuco (Sambucus nigra), Dove Cresce?

Il Sambuco Comune (Sambucus nigra) è la pianta i cui fiori sono l'essenza da cui si ricava il noto liquore Sambuca. Questo albero è molto diffuso in Italia e cresce bene in diversi ambienti, tanto da diventare addirittura infestante.

Nelle prossime righe cercheremo di capire com'è fatta la pianta del Sambuco, come si coltiva, quante specie esistono e dove si può trovare nel Mondo.

Bacche Sambucus nigra

Sambucus nigra

Specie, Origine e Distribuzione Geografica :

Il genere Sambucus contiene al proprio interno almeno una ventina di specie, tendenzialmente presenti nelle zone temperate della Terra ed occasionalmente ai tropici.
L'esatta filogenesi è ancora motivo di dibattito scientifico e la linea di demarcazione tra una specie e l'altra potrebbe essere labile; ad esempio Sambucus canadensis, il Sambuco presente nella parte orientale del Nord America, fino al Canada, potrebbe essere, secondo gli studiosi, solo una sottospecie del Sambucus nigra, nativo dell'Europa.

Le diverse specie si potrebbero raggruppare in due grosse categorie :


  1. Sambuco "Nero", a cui fa capostipite il Sambucus nigra.
  2. Sambuco "Rosso", la cui specie di riferimento si identifica nel Sambucus racemosa.


Quali Sono le Differenze tra Questi due Gruppi ?

Le specie di Sambuco "Nero" vivono in zone temperate un po' più calde, a latitudini inferiori, alcune di esse sconfinano addirittura in fasce subtropicali o tropicali, come la specie Sambucus peruviana, originaria delle Ande tra Perù, Ecuador, Colombia e Bolivia ed ora diffusa in tutto il Sud America, oppure Sambucus javanica, presente in Asia, o Sambucus mexicana, che vive nel deserto di Sonora nel Nord del Messico, o ancora Sambucus palmensis, endemica delle Isole Canarie.
Inoltre, come suggerisce il nome, queste piante fanno delle bacche traslucide di colore nero e le infiorescenze sono larghe, appiattite ed a "forma di ombrello".

Le specie di Sambuco "Rosso" crescono in zone temperate fredde esclusivamente dell'emisfero Boreale e raggiungono dimensioni leggermente inferiori. La pianta di riferimento è il Sambuco Rosso Europeo (Sambucus racemosa), altre specie rappresentative sono Sambucus sieboldiana, presente in Giappone e Corea, Sambucus pubens, del Nord America o Sambucus tigranii, che si trova sulle montagne del Caucaso.
Queste piante fanno frutti che a maturazione sono rossi ed hanno delle infiorescenze tondeggianti, allungate e più "a pannocchia", rispetto al Sambuco Nero.

In realtà esiste anche una terza categoria, rappresentata solo da due specie (Sambucus australasica o Sambucus gaudichaudiana), entrambe del continente australiano, che producono bacche bianche o gialle.


Qual è l'Habitat Naturale del Sambuco ?

Sambucus nigra è una pianta spontanea che prospera più o meno in tutta Europa, ma il suo ambiente ideale è costituito dalle zone umide di pianura, a margine dei boschi decidui o sulle rive dei ruscelli.
La sua zona fitoclimatica è il Castanetum, sebbene si possa spingere anche in montagna nella zona dei Faggi, in Italia presente sino ad altitudini superiori ai 1000 m (3280 ft).
Il Sambuco cresce in zone marginali, ai lati delle strade, così come lungo i binari delle ferrovie, in mezzo alla fitta vegetazione, sui bordi dei campi incolti o all'interno di casolari diroccati.
La grande versatilità ha permesso alla specie un'ampia diffusione, su areali estesi e diversificati, tuttavia, in Italia, la sua distribuzione è più concentrata nel Nord.

Infiorescenza Sambuco

Boccioli Sambuco

Fiori Sambucus nigra "Black Lace"


Botanica e Fisiologia :

Il Sambuco Comune (Sambucus nigra), nei paesi anglosassoni noto come "Elderberry", è una specie decidua appartenente alle Adoxaceae che, fino a qualche anno fa, era inglobata nella più grossa famiglia delle Caprifoliaceae, di cui fa parte anche il Mirtillo Siberiano.

Il Sambuco Nero si sviluppa sotto forma di piccolo albero che, nelle condizioni ideali, può occasionalmente raggiungere un'altezza di 10 m (33 ft); tuttavia è più frequente trovarlo ben più basso, immerso nella vegetazione, sotto piante ad alto fusto.
Il tronco è contorto, con una corteggia grigia-bruna che, con l'età, tende a sfaldarsi ed a fessurarsi sino in profondità.
I rami, dal colore più chiaro e con vistose lenticelle longitudinali, spuntano fin dalle parti più basse del fusto ed hanno un portamento ricadente. Su di essi, in inverno, è possibile notare le vistose gemme color porpora.
Le foglie sono opposte, lunghe circa 30 cm (12 in) ed imparipennate, ovvero formate da più foglioline (solitamente 7) dalla forma lanceolata e dal margine seghettato. Il loro colore è generalmente verde scuro, sebbene esistano delle cultivars selezionate per aver foglie viola scuro o nero (ad es. "Black Lace").
Le radici del Sambuco sono assai superficiali, quasi striscianti, ma piuttosto espanse.

Frutti Immaturi SambucoLe vistose infiorescenze sono dei corimbi appiattiti lunghi sino a 25 cm (10 in), che sbocciano all'apice della nuova vegetazione e sono composte da moltissimi fiorellini color bianco crema o, in alcune varietà, rosa tenue.
I singoli fiori sono piccolissimi, formati da 5 petali saldati alla base ed emanano un profumo intenso e delicato, ma sono poco visitati dai principali insetti pronubi (ad es. Api e Bombi), in compenso hanno un polline molto volatile ed, annusandoli, ci si ritrova il naso ricoperto da una "polverina" bianca/gialla. I fiori di Sambuco sono ermafroditi, ma generalmente autosterili, motivo per cui singoli esemplari isolati hanno una scarsissima fruttificazione.
La fioritura del Sambuco è scalare e si protrae per un mese o più ed, in Italia, avviene tra metà Aprile ed inizio Giugno.
I frutti, riuniti in grappoli penduli, sono delle bacche contenenti da 2 a 5 semi che, a maturazione, diventano lucide (sembrano di cera), nere, succose ed assai macchianti. Nel Nord Italia la maturazione è estiva, indicativamente tra fine Luglio ed inizio Settembre e si possono raccogliere non appena le bacche virano dal verde/viola tenue al blu scuro/nero.
Queste bacche diventano commestibili solo dopo cottura, sebbene un consumo eccessivo possa avere effetti lassativi.

Fiori Sambuco

Tronco e Rami Sambucus nigra

Nuova Vegetazione Sambucus nigra


Coltivazione, Clima, Cure, Crescita e Potatura :

Sambucus nigra è una pianta rustica, adattabile a climi diversi e non sensibile al freddo, potendo tranquillamente reggere temperature inferiori ai -20° C (-4° F). Inoltre tollera bene sia l'inquinamento atmosferico, che la salsedine dell'aria di mare.
La specie si può piantare in una posizione in pieno Sole ma, soprattutto nelle zone torride del Sud Italia, gradisce anche un'esposizione a mezz'ombra.
Il Sambuco riesce a crescere anche nei sottoboschi bui, dove regna l'ombra totale, tuttavia, all'interno di boschi fitti, fiorisce poco e male e non fruttifica.
Sebbene preferisca substrati umidi, il Sambuco ha una discreta resistenza alla siccità, ciononostante, in zone luminose, calde e secche, mostra ingiallimenti fogliari già a fine estate. In queste condizioni, così come per piante appena messe a dimora, le innaffiature settimanali (ed una buona pacciamatura) gioverebbero molto alla loro salute.
Il terreno ideale è umido, fresco, ricco di nutrienti (es. humus) e sub-acido (pH tra 5-7), tuttavia sopporta anche un suolo leggermente alcalino.
Questa pianta tollera potature anche drastiche, addirittura alla base, ributtando vigorosamente dalle gemme delle radici o del legno sottostante.
Una potatura di questo tipo, però, compromette la fioritura/fruttificazione dell'annata.
Gemme Sambucus nigraUna pianta affrancata ha una crescita rapida e può raggiungere le dimensioni tipiche della specie in appena 10 anni.
La specie non è particolarmente longeva e solitamente vive 50-60 anni, ma la pianta madre e spesso sostituita dai polloni.
La specie è abbastanza resistente ai funghi ed agli altri patogeni e riesce a fruttificare anche allo stato selvatico, senza alcun trattamento.
La concimazione può essere fatta con un comune fertilizzante ternario NPK, con rapporto 10:10:10. A fine inverno/inizio primavera può essere utile utilizzare con concime a base di nitrato di ammonio, una fonte di Azoto utile per la ripresa vegetativa.

Legno Sambuco


Riproduzione e Varietà :

Il Sambuco si può moltiplicare per semina, in natura sono proprio gli uccelli che, mangiando i frutti, spargono i semi nell'ambiente. I semi, per poter germinare, devono essere esposti al freddo per almeno 2 mesi; perciò conviene piantarli in vaso in autunno e lasciarli all'esterno tutto l'inverno, aspettando che germinino in primavera.
Per la prima fioritura/fruttificazione dovranno passare 3-4 anni e la massima produzione (circa 5 kg o 12 lb per pianta) si avrà solo dopo 8-9 anni.


La semina non garantisce però che la pianta figlia sia uguale alla pianta madre. Dato che il Sambuco è coltivato sia come specie ornamentale, sia come fruttifera, è importante propagarlo anche per via vegetativa, l'unico modo che permetta di ottenere degli esatti cloni.
La tecnica più utilizzata è la talea (i giovani rami radicano abbastanza bene), ma in inverno si possono anche prelevare polloni che abbiano già le proprie radici.


Di seguito alcune Cultivars interessanti :


  • "Black Lace" : Dotato di foglie viola scuro e fiori rosa. Il portamento e la forma delle foglie ricordano l'Acero Giapponese.
  • "Adams" : Selezione americana a maturazione tardiva, con produzione abbondante.
  • "Nova" : Varietà auto-fertile e con infiorescenze più grosse della media.
  • "Johns" : Buon impollinatore per "Adams", matura precocemente ed è indicata per fare marmellate.
  • "Variegated" : Foglie verdi, variegate di bianco, vigoria ridotta.
  • "York" : E' quella con le bacche di maggiori dimensioni tra tutti i Sambuchi. 

Cosa Fare con il Sambuco ? Quali Sono gli Utilizzi ? 

Sambucus nigra è una pianta dai mille usi: i fiori sono la base per la produzione del Sambuca ma, essiccati, possono essere utilizzati a mo' di tè o per aromatizzare bevande rinfrescanti.
I frutti sono impiegati nella produzione di confetture, marmellate, ma anche per produrre un succo analcolico, diuretico e dissetante noto come "Vino di Sambuco". In passato queste bacche erano utilizzate anche come coloranti.
Il legno di Sambuco, leggero e flessibile, è impiegato per fare manici di rastrelli, zappe ed utensili di vario genere.
In ultimo non dimentichiamoci l'aspetto ornamentale della pianta, la quale può adornare giardini e parchi pubblici.

Fioritura Sambuco

Sambuco Fiorito

Sambucus nigra

Foglie Sambucus nigra
Foglie Scure "Black Lace"

martedì 25 luglio 2017

Come Combattere il Marciume Nero della Vite o Black Rot (Guignardia bidwellii) ?

La maggior parte delle varietà di Vite (Vitis vinifera) è soggetta ad infezioni fungine, alcune delle quali possono arrecare gravi perdite di produzione.
La difesa contro questi patogeni diventa perciò di fondamentale importanza, ma anche capire la loro fisiologia ed il loro modo di riprodursi può aiutare a prevenire il diffondersi della malattia. 

Oggi vorrei parlare del Marciume Nero della Vite, conosciuto anche col termine inglese "Black Rot" e causato dal fungo Guignardia bidwellii, un patogeno appartenente alla divisione degli Ascomiceti.
Esso colpisce tutti gli organi della pianta, dalle foglie ai frutti, rendendo quest'ultimi immangiabili. L'acino colpito dal marciume nero, come leggeremo più avanti, ammuffisce e secca, una sintomatologia simile a quella riscontrata durante gli attacchi di Botrite (Botrytis cinerea), con la differenza che Botrytis cinerea ha un maggior numero di ospiti oltre alla Vite (ad esempio Rose e Fragole), attacca l'acino d'Uva quando è in uno stadio fenologico più avanzato (post-invaiatura, quasi a maturazione con acini ricchi di zuccheri) e produce una muffa grigia (o biancastra) sulla sua superficie; inoltre un leggerissimo attacco di Botrite produce quella che si definisce "Muffa Nobile", la quale non danneggia i frutti, ma ne aumenta il contenuto zuccherino ed è dunque vantaggiosa per la vendemmia.

Grappolo Colpito da Marciume Nero

Da Dove Proviene il Fungo Guignardia bidwellii ? In Quali Zone è Più Diffuso?

Il responsabile di questo marciume è Guignardia bidwellii, un fungo proveniente dal Nord America, dove se ne riconosce la presenza sin dai primi anni del 1800.
Questo patogeno fu importato in Francia nel 1885, probabilmente insieme a portainnesti resistenti alla fillossera, e da lì si diffuse in pochi anni in Italia e nel resto d'Europa.
In Italia gli attacchi furono isolati per decenni e la prima vera epidemia si verificò solo negli anni '70, alle 5 Terre, in Liguria.
Oggigiorno il Black-rot è endemico in molte regioni del Nord Italia (Veneto in primis) ed i suoi attacchi sono più frequenti e massicci in zone miti ed umide. A riprova di questo c'è da menzionare il fatto che, sebbene il Guignardia bidwellii sia nativo dell'Ovest degli Stati Uniti, questa malattia sia quasi sconosciuta nella semi-desertica e torrida California.


Cos'è il Marciume Nero della Vite? Che Danni Provoca? Come si Riconosce?

Guignardia bidwellii supera l'inverno sotto forma di Spora, nascosta in diverse parti della pianta. Queste ascospore svernano preferibilmente all'interno degli acini mummificati caduti al suolo nella stagione precedente, ma anche all'interno di ferite nel legno della Vite, dove possono sopravvivere sino a due anni.

Quando in primavera si superano i 10° C (50° F), le piogge aprono gli aschi dai quali fuoriescono le ascospore che, trasportate dal vento, si diffondono infettando nuove piante.
Per la germinazione di queste spore serve che le foglie siano bagnate per un tempo più o meno lungo a seconda della temperatura; se quest'ultima è ottimale, ovvero 25° C (77° F), basteranno 6 ore, più ci si allontana (sia verso il basso, che verso l'alto) e più i tempi si dilateranno.
Durante questa fase il patogeno "fora" la cuticola penetrando all'interno degli organi vegetali. Il tempo d'incubazione e di sviluppo varia in funzione della temperatura ed è mediamente di circa due settimane.

Il Marciume Nero riguarda tutti gli organi della Vite in fase di crescita attiva, anche se i danni maggiori si riscontrano su fiori, frutti e foglie.

Le foglie colpite mostrano sintomi caratteristici, con aloni regolari tondeggianti di color marrone lungo il perimetro, mentre l'interno necrotizza e, dissecandosi, assume un color rosso tenue. Queste "macchie" difficilmente si fondono tra loro e non occupano mai tutta la superficie fogliare. Questi sintomi, talvolta accompagnati da protuberanze nerastre, non sono osservabili in foglie già adulte e sviluppate.

I danni più rilevanti riguardano però il grappolo. Il Black Rot può comparire dalla fioritura, sino all'ingrossamento dei frutti ed inizialmente si evidenzia con un pallino biancastro di circa 1 mm (0.04 in) sui chicchi d'Uva in accrescimento. Dopo poco tempo l'infezione si estende all'intero acino, facendogli assumere colorazione brunastra. In fine l'acino immaturo diventa viola, marcisce, raggrinzisce e dissecca, diventando la "casa invernale" per le sue spore.

L'infezione potrebbe anche non coinvolgere tutti gli acini, ma il grappolo in sé risulterà compromesso e privo di valore commerciale.
Diversamente dalla Botrite, il Marciume Nero della Vite si manifesta entro Agosto e non attacca l'Uva durante il periodo di maturazione.

Foglia Infettata da Guignardia bidwellii

Acini Colpiti da Guignardia bidwellii

Quali Piante Attacca ?

Contrariamente a Botrytis cinerea che attacca oltre 200 specie di vegetali, Guignardia bidwellii è più selettivo ed attacca poche specie della famiglia delle Vitaceae come Vitis vinifera (l'Uva Europea coltivata per fare il Vino), Vitis amurensis (Vite Asiatica), Vitis labrusca (Uva Fragola), Parthenocissus quinquefolia (Vite Ornamentale Americana), ma anche alcune specie di Agrumi.


Come Prevenire e Curare gli Attacchi di Black Rot ?

La difesa contro il Marciume Nero della Vite inizia con la prevenzione. Se si vuole avere una Vigna in un posto umido e con frequenti piogge primaverili ed estive, ovvero in una zona con un clima favorevole a questo tipo di patogeno, converrà scegliere dei Vitigni già intrinsecamente resistenti, evitando quelli più sensibili.
E' importante anche la scelta del microclima, prediligendo zone collinari, pendii assolati esposti a Sud, piante distanziate tra loro e poco fitte, in modo da evitare al massimo l'ombreggiamento.
Eliminare, bruciando anche le radici, i vigneti abbandonati, i quali rappresenterebbero una notevole fonte d'inoculo primario per i vigneti adiacenti.

Bisogna ricordarsi di eliminare sia i resti della potatura, che i tralci infetti e, durante l'inverno, bruciare i viticci rimasti attaccati ai fili di sostegno ed i grappoli "mummificati" dell'anno precedente.
La lotta agronomica consiste anche nel lavorare il terreno prima della ripresa vegetativa, interrando i residui infetti e, nei vigneti non inerbiti, rincalzare il minimo indispensabile e solo dopo il primo trattamento contro il black-rot, per non far riaffiorare materiale di inoculo interrato con le lavorazioni d'autunno.

La lotta chimica deve iniziare prima della fioritura, quando i tralci raggiungono una lunghezza di circa 10 cm (4 in) e deve continuare fino ad inizio invaiatura.
Si possono utilizzare prodotti a base di Rame, i ditiocarbammati o gli IBS (inibitori sintesi steroli), usati anche per combattere altre malattie fungine della Vita, come lo Oidio.

Marciume Nero della Vite

Acini Mummificati black rot

Attacco Guignardia bidwellii Foglia Vite

venerdì 21 luglio 2017

A Cosa Servono le Radici di un Albero? Quanti Tipi di Radici ci Sono?

Tutti sappiamo che le piante sono dotate di un apparato radicale, tuttavia solo in pochi conoscono quali siano esattamente le funzioni delle radici, come avvenga il loro sviluppo, quale sia la loro struttura e quanto possano crescere.

Radici Scoperte
Quanto Possono Essere Profonde le Radici? Quando Crescono?

La radice rappresenta la parte sotterranea di una pianta ed è soggetta a geotropismo positivo, ovvero si orienta nello stesso verso della forza di gravita, cioè dal suolo verso il centro della Terra.
L'espansione e la profondità delle radici dipende sia dalla specie, sia dall'età della pianta, sia dal tipo di terreno.
E' noto che nei terreni fertili e costantemente irrigati, l'apparato radicale sia meno espanso e profondo rispetto a quello che si può trovare laddove ci sia siccità.
In questa seconda condizione, infatti, le radici si devono sviluppare più in profondità per riuscir a "pescare" acqua (per dettagli sulla resistenza alla siccità clicca qui).
A parità di precipitazioni, nei terreni che trattengono meglio l'acqua (ad esempio quelli argillosi) ci sarà uno sviluppo radicale più contenuto rispetto a quello che ci sarebbe in un suolo molto drenante (ad esempio sabbioso).
L'estensione delle radici è, solitamente, superiore alla proiezione della chioma sul terreno, mentre, contrariamente a quanto si creda, la maggior parte dell'apparato radicale è concentrato nei primi 80 cm (32 in) di suolo e raramente si trovano radici ad una profondità superiore ai 3 m (120 in), poiché il terreno diventa meno fertile e l'ossigeno sempre più scarso.

Le radici sono così imponenti che il loro peso a secco potrebbe superare quello dell'intera pianta e la loro lunghezza totale potrebbe essere inimmaginabile, come perfettamente illustrato in un articolo di Dittemer del 1937. Egli analizzò lo sviluppo radicale della Segale Invernale (Secale cereale) e, dopo 16 settimane di crescita, riscontrò la presenza di circa 13 milioni di radici laterali, la cui somma superava i 500 km (319 mi) di lunghezza.

Se proviamo a seminare noteremo che, durante il germogliamento, la radice è sempre il primo organo a spuntare dal seme e solo successivamente si svilupperanno le prime foglioline.
Questo perché le radici sono la parte "vitale" dell'intera pianta e, morte loro, morirebbe l'intera pianta. Ciò non è necessariamente vero per la parte aerea, infatti, in seguito ad incendi od a potature drastiche, la chioma può venir completamente distrutta, ma se le radici sopravvivono c'è speranza che riescano a "ricostruire" la pianta nella sua interezza.

Le radici crescono in funzione delle condizioni della rizosfera (suolo). In zone equatoriali, con terreno ricco di nutrienti ed acqua, le radici possono crescere durante tutto l'anno.
Nelle zone temperate (come l'Italia) il picco di crescita si ha nei mesi primaverili, mentre l'aridità estiva lo riduce drasticamente. Contrariamente a quanto si possa credere, un minimo di sviluppo radicale si ha anche nel periodo invernale, persino sotto il suolo innevato.

Radici "stampella" Ficus

Radice Albero Divelto

Come è Fatta una Radice ?

Le radici si possono essenzialmente dividere in tre porzioni :

  • Zona di Accrescimento : rappresenta l'apice delle radici ed è costituita da tessuto meristematico, ovvero da cellule in grado di dividersi indefinitamente. L'allungamento delle radici è dovuto alla moltiplicazione delle cellule di questa zona che, poco alla volta, sono in grado di penetrare anche nei terreni più duri.
  • Zona di Assorbimento : man mano che la radice si allunga, la zona di accrescimento si "trasforma" in zona di assorbimento, dotata di peli radicali, tramite cui la pianta ricava acqua e sali minerali dal terreno. 
  • Zona di Trasporto : fa da collegamento tra la precedente zona ed il fusto; attraverso di essa passa la soluzione acquosa che andrà sino alle foglie. Questa zona, nelle piante arboree, è lignificata.

A livello morfologico le radici si possono distinguere anche in base all'angolo geotropico, cioè quello compreso tra il prolungamento teorico del fusto sotto terra ed il suolo. Per intenderci se una radice avesse un angolo di 90°, allora sarebbe parallela alla superficie della terra.

Detto questo, se l'angolo geotropico medio è maggiore di 60°, l'apparato radicale sarà superficiale, se è compreso tra 30° e 60° sarà espanso, se inferiore a 30° fittonante.

Molte piante sviluppano un fittone (radice poco ramificata e profonda) nei primi mesi di sviluppo, per poi espandersi anche lateralmente, diventando una radice fascicolata (in cui anche le diramazioni raggiungono il diametro della radice principale).

Radice di Pomodoro

Quali Sono le Funzioni delle Radici ?

Meccanica : l'apparato radicale serve a tener l'albero ben saldo ed ancorato al terreno, impedendo che venga divelto dai venti e dalle intemperie. Inoltre le radici aiutano a ridurre l'erosione del suolo, prevenendo dannose frane e smottamenti.
In alcune piante rampicanti, come l'Edera, si sviluppano anche radici avventizie, cioè radici aeree il cui compito è quello di far "aggrappare" le proprie liane ai tronchi ed ai rami di altre specie, così da ottenere una migliore esposizione ai raggi solari.
Comune tra le piante del genere Ficus (es. Ficus retusa) è l'emissione di radici aeree dalle branche principali. Queste radici non servono per appigliarsi a qualcosa, ma si allungano verso il suolo, radicando a contatto con esso. In altre parole funzionano da sostegno e si comportano come una sorta di "stampella" per sorreggere il peso di questi rami enormi.


Trofica (Assorbimento e Conduzione) : come abbiamo letto sopra, i peli radicali assorbono l'acqua in cui sono disciolti i sali minerali, i quali forniscono alla pianta Azoto, Fosforo, Potassio e tutta una serie di microelementi.
Questa soluzione acquosa prende il nome di Linfa Grezza (povera di Glucosio e di sostanza organica) e, per capillarità, si muove contro gravità per raggiungere le foglie. Qui, tramite la fotosintesi clorofilliana, la linfa si arricchisce di zuccheri, diventando Linfa Elaborata, la quale distribuisce poi i nutrienti alle cellule dell'intera pianta.
Le radici normalmente assorbono anche ossigeno (motivo per cui si sviluppano prevalentemente nel primo strato di terra); tuttavia le Mangrovie vivono in ambienti salmastri, in cui il suolo è privo di questo gas. Questi alberi hanno sviluppato delle atipiche strutture radicali (Pneumatofori) a forma di "tubo" che, uscendo dal terreno, assorbono ossigeno, un po' come farebbe un subacqueo con il suo boccaglio.
In particolari specie, come le Orchidee, le radici sono esclusivamente avventizie ed hanno anche il ruolo di nutrire la pianta, svolgono la fotosintesi e sono in grado di assorbire l'acqua che su di esse si condensa (ad es. le goccioline che formano la nebbia).


Riserva : le radici sono uno dei principali organi di accumulo di sostanza organica. Le piante (soprattutto se decidue), durante gli stadi più precoci di germogliamento primaverile attingono energia proprio da qui e, dopo la fogliazione, ripristineranno le riserve per l'anno successivo.
In alcune piante semi-desertiche le radici sono succulente e fungono da "serbatoi" di acqua, in altre (ad esempio Patate, Ravanelli, etc.) la radice immagazzina amido, diventa carnosa e la funzione di accumulo diventa addirittura la più rilevante.


Riproduttiva : alcune specie hanno un'elevata capacità di emettere polloni, ovvero rami che spuntano da gemme situate sulle radici e "bucano" il terreno, generando un nuova pianta. Sono note popolazioni clonali che si estendono per ettari, formate dal migliaia di esemplari, tutti discendenti da un'unica radice (vedi qui, la colonia Pando, Populus tremuloides).


Regolatrice : il meristema apicale delle radici produce e secerne anche alcuni ormoni (es. Citochinine) con importanti funzioni fisiologiche.
Inoltre le radici di alcune specie producono sostante tossiche, in grado di inibire la crescita nei paraggi di altre piante. In questo modo eliminano la competizione per i nutrienti, potendosi così sviluppare al meglio.


In ultimo vorrei ricordare le Micorrize, ovvero una simbiosi che frequentemente si instaura tra le radici delle piante e diverse specie di funghi. In questo caso i funghi proteggono le radici dalle infezioni, dai patogeni, dagli stress idrici ed aumentano la velocità di assimilazione dei sali minerali etc..in cambio ricevono zuccheri e vitamine.
Un'altra simbiosi comune avviene tra i batteri azoto-fissatori (ad es. quelli del genere Rhyzobium) e le radici di alcune leguminose (ad es. Fave  e Fagioli). Questo rapporto permette ai vegetali di utilizzare l'azoto atmosferico che questi batteri fissano ("importano") nel terreno.

Pneumatofori


Radice Avventizia Edera

Radice di un Vecchio Faggio

venerdì 14 luglio 2017

Beschorneria yuccoides, Coltivazione e Cure

Oggi vorrei parlarvi della Beschorneria yuccoides, una pianta succulenta molto ornamentale, ma ancora poco conosciuta in Italia.
Questa specie appartiene alla famiglia delle Asparagaceae e, come ci ricordano i suoi fiori, è una parante dell'Agave e degli Asparagi.

Il genere Beschorneria comprende circa una decina di specie originarie del Centro America. La parola greca "oides" significa "simile"; la Beschorneria yuccoides deve infatti il suffisso ("yuccoides") proprio alla sua somiglianza con il noto genere di piante Yucca.
La Beschorneria yuccoides è una pianta nativa degli aridi altopiani del Messico, dove cresce ad un'altitudine compresa tra 2500–3000 metri (8200–9800 ft) sopra il livello del mare.

Beschorneria yuccoides


Com'è Fatta la Beschorneria yuccoides ?

Questa specie è perenne sempreverde, ma erbacea e priva di un vero e proprio tronco o ramificazioni. La parte visibile della pianta è composta da verdi foglie dalla forma lanceolata, molto lunghe (60 cm o 24 inch) e strette (nella parte centrale 4 cm o 1.5 inch), che assomigliano a delle "spade".
Esse sono disposte a raggiera, con le vecchie foglie quasi parallele al suolo, mentre quelle nuove perpendicolari. Una pianta adulta è composta mediamente da 25-35 foglie.

La fioritura, che in Italia avviene in primavera (Aprile-Maggio), può esser più o meno copiosa o addirittura assente in qualche annata.
L'infiorescenza è una spiga carnosa lunga mediamente dai 100 ai 200 cm (40-80 in), dall'atipico color rosso-rosa e pendente. Essa è composta da numerosi fiori a forma di campana, lunghi circa 5 cm (2 in), a loro volta raggruppati in 4-5 unità lungo lo stelo e più numerosi all'apice dell'infiorescenza. 
Ai fiori seguono i frutti dalla forma allungata, contenenti i semi.

Chioma Foglie Beschorneria yuccoides

Fioritura Beschorneria yuccoides

Dove si Può Coltivare la Beschorneria yuccoides ?

Questa specie succulenta cresce a forma di cespuglio e se ne possono piantare anche più esemplari per formare aiuole dall'aspetto tropicale.
Sebbene sia distribuita a latitudini tropicali, l'Habitat naturale di questa pianta grassa è a quote elevate, in zone semi-desertiche. Per questa ragione ha sviluppato una naturale resistenza, sia alla siccità, che al freddo.

Ovviamente rimane pur sempre una pianta Messicana e lì, anche in montagna, le temperature sono più miti che in Italia. 
Se ne può tentare la coltivazione laddove le temperature non scendano di norma sotto i -5° C (23° F), a -7° C (19° F) i danni iniziano ad essere rilevanti, sotto questa soglia la pianta muore. Indicativamente può crescere bene in zone USDA 9 o superiori, che corrispondono alle zone costiere Tirreniche, a quelle del basso Adriatico, alle Colline del Sud Italia e nei microclimi più miti del Nord Italia (personalmente ho visto questa specie sulle rive del Lago Maggiore).
L'esposizione ideale è in pieno Sole, ma si sviluppa (e fiorisce) agevolmente anche a mezz'ombra.
Una volta affrancata la Beschorneria yuccoides non necessita irrigazioni ed, in un terreno ricco, non vuole neppure concimazioni.

Questa pianta grassa si propaga facilmente per semina ed, entro 5 anni, la pianta è completamente sviluppata e matura. Si può dunque considerare una pianta succulenta a crescita veloce.

Infiorescenza Beschorneria yuccoides

Fiori Beschorneria yuccoides

mercoledì 5 luglio 2017

Com'è la Pianta di Anacardi (Anacardium occidentale)? Dove Cresce?

Gli Anacardi sono dei frutti secchi che, oggigiorno, si possono comprare in tutti i supermercati. Essi sono prodotti dall'Anacardio (Anacardium occidentale), una pianta tropicale che vive nella foresta amazzonica.

Come si coltiva l'Anacardio? Può crescere e fruttificare in Italia? Di quale clima ha bisogno per svilupparsi?

Anacardium occidentale

Frutti di Anacardio


Origine e Diffusione :

L'Albero dell'Anacardio è nativo del Brasile, ma lo si ritrova selvatico anche nelle pianure del resto dell'America tropicale. 
Molti secoli fa i portoghesi lo esportarono in altri continenti ed oggi, a livello commerciale, è coltivato in molte zone tropicali del Mondo, dall'Asia all'Africa, dove in alcune aeree si è addirittura naturalizzato, formando ampie foreste.

Tra i maggiori produttori a livello mondiale troviamo l'India, la Costa d'Avorio, il Vietnam, il Brasile, la Nigeria, il Mozambico, l'Indonesia e le Filippine.

La produzione mondiale di Anacardi è in ascesa e, tra i frutti secchi, si colloca al quarto posto, subito dopo Pistacchi, Noci e Mandorle.


Botanica e Fisiologia :

L'Anacardio (Anacardium occidentale) è una specie sempreverde appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae, di cui fanno parte anche Pistacchio e Mango.
Questo albero raggiunge un'altezza media di circa 10-12 m (33-39 ft), cresce solitamente su un unico tronco piuttosto tozzo e contorto.
La chioma, dal portamento espanso, è folta e con numerosi rami, tanto che nei vecchi esemplari la sua larghezza e superiore all'altezza della pianta stessa, con rami ricadenti che quasi toccano il suolo.

Foglie Anacardium occidentaleLe foglie sono di forma ovale, di dimensione variabile, lunghe sino a 20 cm (8 in) e larghe circa la metà. Esse sono lisce, coriacee,  con un'unica grossa venatura centrale da cui dipartono quelle laterali, sono disposte a spirale ed, a maturità, hanno color verde brillante (mentre da giovani hanno sfumature rossastre).

Chioma AnacardioL'infiorescenza è un racemo emesso dalla parte apicale dei nuovi rami ed è formata da numerosi fiori, maschili o ermafroditi, solo raramente femminili.
Ogni singolo fiore è di piccole dimensioni, con 5 petali, 5 sepali e di color bianco-rosa.
La fioritura, che nei paesi a clima monsonico avviene nel periodo secco, si prolunga per diverse settimane (tra 4 ed 8). In Florida l'Anacardio fiorisce in primavera, mentre in zone prettamente tropicali con piogge ben distribuite durante l'anno, la fioritura può verificarsi in qualsiasi momento dell'anno.

Le radici si sviluppano inizialmente sotto forma di profondo fittone, che successivamente si "ramifica" lateralmente. L'apparato radicale dell'Anacardio adulto è massiccio ed esteso.

Ma arriviamo alla parte più interessante: il frutto.
Contrariamente a quanto si pensi, il frutto dell'Anacardio è in realtà composto da due parti ben diverse, ma saldamente unite tra loro.
La parte secca, chiamata anche "Nocciola di Acagiù" o "Mandorla di Acagiù", è quella che comunemente troviamo in vendita in Italia; mentre la parte fresca, detta anche "Mela di Acagiù", è consumata solo a livello locale e praticamente sconosciuta in Europa ed all'infuori dei tropici.

La Noce di Anacardio è in realtà il "vero" frutto ed ha la forma di un fagiolo. All'interno del rigido guscio (pericarpo) è contenuto un unico seme oleoso, che rappresenta la parte edule di questa noce.
Il seme al naturale contiene un olio irritante che deve essere rimosso con il calore, per questo motivo gli Anacardi, prima di essere sgusciati, devono essere tostati.
Diversamente da altri frutti secchi, gli Anacardi hanno una maggior concentrazione di acqua ed una consistenza più soffice, questo li rende però più facilmente deperibili.

La Mela di Anacardio è un falso frutto in quanto derivante dall'ingrossamento del peduncolo fiorale. Esso ha le dimensioni di una mela, ma la forma di una pera ed, a maturità, può essere giallo o rosso. La buccia è molto sottile (e questo è forse il motivo per cui viene commercializzato solo a livello locale), mentre la polpa ha la consistenza di quella di una mela, ma è fibrosa e dal sapore leggermente acidulo. Dalla Mela d'Anacardio si estrae anche un succo che, dopo esser stato leggermente fermentato, viene utilizzato per la produzione di una bevanda gustosa, fresca e dissetante.

Dalla fioritura alla completa maturazione dei frutti devono passare circa 80-90 giorni, mentre se si è interessati solo alla Nocciola di Acagiù (e non alla Mela di Acagiù) basteranno 2 mesi.

Pianta di Anacardio

Fiori di Anacardio


Coltivazione, Clima e Moltiplicazione :

Anacardium occidentale è una specie abbastanza semplice da coltivare, a patto che lo si faccia nel clima idoneo. L'Anacardio deve essere cresciuto in una zona tropicale o subtropicale calda, laddove le temperature minime non scendano quasi mai sotto i 10° C (50° F).
Temperature di 0° C (32° F) arrecano gravi danni anche a piante adulte, devono perciò essere coltivati in zone "frost-free" (prive di gelo); per questo motivo in Italia la sua coltivazione è proibitiva.
La temperatura media giornaliera ideale di crescita è di 25° C (77° F), ma può sopportare anche temperature massime di 40° C (104° F).
Questa specie gradisce un'esposizione assolata ed un'umidità atmosferica relativa intorno al 70%.

Per quanto riguarda le piogge, l'Anacardio si può coltivare sia in zone piovose che in zone semi-aride, tuttavia sarebbe meglio che nel periodo di fioritura fosse abbastanza secco, in quanto i fiori sono soggetti ad infezioni e marciumi.

Questo albero è piuttosto resistente alla siccità e prospera anche con soli 600 mm (24 inch) di pioggia all'anno.
L'Anacardio cresce su un'ampia gamma di terreni, anche quelli poco fertili, dove altre piante da frutto deperirebbero, tuttavia preferisce suoli sabbiosi a pH acido. Anche senza concimazioni lo sviluppo è buono e la resa soddisfacente.
Negli impianti commerciali, se la siccità è molto prolungata ed il terreno trattiene poca acqua (come la sabbia), si effettuano irrigazioni sotto chioma, per evitare marciumi ai fiori/frutticini.

La pianta di Anacardi si può riprodurre tramite innesto, tuttavia non sono state selezionate molte cultivars ed anche i vivai vendono prevalentemente semenzali. I rami, anche se trattati con ormoni, radicano con estrema difficoltà, perciò non si può riprodurre per talea.
La semina rimane il mezzo di moltiplicazione più diffuso e facile. I semi freschi germinano in poco tempo (2-3 settimane), ma rimangono  vitali  per poco tempo.
Nei climi adatti, durante la stagione più calda, si possono piantare direttamente nel terreno. Se viene fornita acqua, la crescita dell'Anacardio è veloce quasi come fosse erba e l'entrata in produzione avviene mediamente 3-5 anni più tardi e si protrae per altri 50 anni. Una pianta adulta può produrre fino a 35 kg (77 lb) di frutta all'anno.

Fioritura Anacardium occidentale

Frutticini Anacardium occidentale

Anacardi in Maturazione

Frutto Anacardio Maturo

Anacardi

Albero di Anacardio di 3 anni